Sant'Erasmo il "Patrono"

Delle grandi virtù di Sant'Erasmo ne parla la sua più celebre biografia, scritta da quello che poi diventò il papa gaetano Gelasio II (1118-'19). In questa narrazione il Santo fu sottoposto a prove durissime e supplizi atroci, dai quali ne uscì sempre indenne, operando eccezionali prodigi e miracoli. Erasmo, alla stessa maniera degli apostoli, predica il vangelo e converte i pagani alla fede cristiana.

Nella vita del martire, scritta dal monaco cassinese, si ricorda un episodio rilevante: "Erasmo, liberato dalla prigione da un angelo, viene guidato ad Ocrida, città dell'impero romano nell'attuale Bulgaria, per annunciare la parola di Gesù, e con la sola imposizione delle mani sanava gli infermi, al solo comando scacciava i demoni, illuminava i ciechi, raddrizzava gli storpi e resuscitava i morti".

Emblematico è l'episodio in cui Erasmo nella stessa città, e tra lo stupore di tutti, resuscita il figliolo di Anastasio, cittadino appartenente ad una delle famiglie pagane più illustri di quella comunità.

Le sue doti taumaturgiche ne fecero nei primi secoli della chiesa uno dei Santi più invocati, tale da entrare nel novero dei quattordici Santi Ausiliatori (San Giorgio, San Biagio, San Pantaleone, San Vito, San Cristoforo, San Dionisio, San Ciriaco, Sant'Agazio, Sant'Eustachio, Sant'Egidio, Santa Margherita, Santa Caterina, Santa Barbara), come protettore degli oppressi e dei marinai, nonché come salvatore dalle malattie interiori. Questi Santi erano invocati dal popolo cristiano in casi di estrema necessità, generalmente per guarire da malattie incurabili.

Ma Sant'Erasmo nei secoli si è sempre identificato con il suo popolo, egli rappresentò per i gaetani ciò che fu S. Marco per i veneziani, S. Gennaro per i napoletani e S. Nicola per i baresi, un vero nume tutelare che al di fuori dei confini identificava Gaeta e la sua potenza marittima e commerciale (Santo eponimo). Dal momento della traslazione delle sue spoglie nella nostra città (VIII - IX sec.) non cessarono le testimonianze di fede ed i miracoli verso la sua gente, che grazie a lui nei secoli bui conobbe la luce del Vangelo. In seguito il suo culto si diffuse nei maggiori porti del Mediterraneo e del Nord Europa, e così nelle cattedrali e nelle chiese di tutto il mondo cristiano, e infine, anche nella Basilica Maggiore di S. Pietro a Roma.

I gaetani lo invocarono e lo venerarono, a tal punto da manifestarsi pubblicamente liberando un innocente dal capestro (cronaca locale del 1290), e lo ringraziarono quando risparmiò dall'epidemia di peste la città, nel 1656, anno in cui essa fece strage nel Regno di Napoli. A questo miracolo è dedicata la lapide posta nel 1666 dalle civiche istituzioni nella cripta della Basilica, con la spesa di trecento ducati.

Allo stesso modo qualche anno più tardi, nel 1701, fu realizzato il maestoso cancello in bronzo, per la cifra di seimila ducati, come voto per aver preservato Gaeta dalla carestia.

Un amministratore del Seicento cita che: "essendo questa città assediata dai nemici, e ritrovandosi già a gl'estremi, detto glorioso Santo comparse per tutte le muraglie della città con gente armata di armi bianche, e lui pontificalmente su il campanile con torce accese a torno, il che visto dagli nemici, e credendosi che soccorso fusse venuto nella città, levarno l'assedio e se n'andarono...".

Era talmente sentito il culto verso questo grande Santo che negli statuti civici era severamente punito chi imprecava contro di lui. Nel Medioevo non c'era legno che solcava i mari che non onorasse S. Erasmo, o come era chiamato dai marinai S. Elmo (i fuochi di Sant'Elmo), e la flotta gaetana si gloriava della sua effige, unita a quella del suo ducato, sulle veloci galee, mentre chissà per quante rotte viaggiò il suo volto scintillante nelle monete civiche e ducali.

In passato non vi era atto o deliberazione redatto che non avesse inizio con l'invocazione di rito al "glorioso Santo Erasmo". Insomma un legame strettissimo tra il popolo e Sant'Erasmo che testimonia ancor oggi non solo la devozione popolare al Santo, ma anche il fortissimo significato che egli stesso ha rappresentato nell'origine e nell'espansione politica, economica e militare della civitas gaetana e delle sue istituzioni.

Alessio Buonomo

 

 

Fonti storiche: Don Lugi Fiore - “Vita dei Santi Erasmo Vescovi e Martiri” – brevi cenni storici – Roma 1950.
Mons. Salvatore Ferraro – “Le monete di Gaeta” – Napoli 1915.
Alberto Manadori – “La Preghiera del Marinaio” , la fede e il mare nei segni della chiesa e nelle tradizioni marinare. I fuochi di Sant'Elmo: Mito e Leggenda nella tradizione marinara (E. Vaudo).