La storia

La storia

Erano gli anni del secondo dopoguerra quando si ricostituì il comitato dei festeggiamenti dei SS. Erasmo e Marciano con il parroco Don Alberto Giordano come Presidente e con Montano Dell'Ova come Responsabile. A quest'ultimo si aggiunsero Ugo Freiles, Francesco D'Amante, Raffaele Santoro, Vincenzo Simeone, Antonio Granata, Mario Ferrara, Ciro D'Amante, Giuseppe Di Ciaccio, Corradino Farina, Ciccillo Vagnati e Carlo Iannaccone. In quegli anni di ricostruzione e di sacrificio le feste furono all'insegna della sobrietà ma rispettose dell'antica tradizione. A Don Alberto Giordano successero come parroci Don Luigi Dies e poi Don Salvatore Cicerone e come responsabili dei Comitati si alternarono rispettivamente Erasmo Mancini ed Attilio D'Amante.

Per iniziativa del Comitato e su proposta del Sindaco Pasquale Corbo, in occasione anche dei festeggiamenti del centenario dell'Unità d'Italia, nel 1961 fu istituita la processione a mare per far in modo che i Santi Patroni raggiungessero il lontano quartiere Piaja, ed attraversassero così l'intero centro cittadino, e dopo la messa pontificale in Piazza XIX Maggio, ritornassero in Cattedrale. La processione in mare fu riproposta nel 1986, anno in cui ci fu la consacrazione dei nuovi simulacri e nei primi anni 2000 con il Sindaco Silvio D'Amante.

Dalla fine degli anni '70 in poi, con l'arrivo del parroco Don Gaetano Manzo, e per tutto il periodo che vide il susseguirsi di altri parroci come Don Gerlando Fragapane e Don Giovanni Nardone, il Responsabile del comitato fu Erasmo Mancini, e come stretti collaboratori vi furono Raffaele Riccitelli, Attilio D'Amante, Raffaele Santoro, Erasmo Nardone, Vincenzo Ericina, Elio Schettino, Dino Boni. In seguito nel comitato si inserirono altri elementi del quartiere come Anacleto D'Alessandro, Elio Petrucci, Franco Valeriano, Marino e Roberto D'Angelis, Tonino Ioime, Giuseppe Galvanelli, Remo Iannaccone, Roberto D'Amante, Mimino e Dino Guadalaxara. Venuto a mancare "Rasimino" nei primi anni 2000, subentrò nuovamente come responsabile Attilio D'Amante al quale si affiancarono poi Michele Iannotta, Enzo Simeone, Mino e Andrea Galiano, Carlo Valente, Raffaele Aprile e, in seguito, anche Rosario Cienzo e Massimo Spignese.

Il tempo è passato e la nostra comunità fa sempre più tesoro di quei momenti trascorsi insieme a tutte queste persone che hanno fatto e tramandato la storia della nostra città e delle sue tradizioni. A loro si deve la continuazione di questa festa, ancor oggi viva nel sentimento che molti gaetani conservano nei confronti dei loro Santi Patroni.

Infatti, i gaetani, fedeli e devoti a diverse e più sentite venerazioni nei confronti di altri celebri Santi della cristianità, non possono davvero fare a meno il 2 giugno di ogni anno di omaggiare in maniera sincera i loro Santi Erasmo e Marciano, ed in particolare di visitare i luoghi dove è sorto il primo e più antico nucleo della loro città, dove hanno avuto origine i primi culti religiosi, le sue credenze, le sue usanze e suoi costumi.

Come affermano spesso i tanti gaetani, provenienti dai diversi quartieri della nostra città, ed in special modo dall'altrettanto suggestivo e antico Borgo, la "Festa a Gaeta" , per indicare il centro storico, o "la Fest' d' Santu Raimo" rappresenta ancor oggi un ritorno nei luoghi dove vissero i loro padri, e da dove tutto ha avuto inizio, insomma un bisogno ancestrale di ritorno alle proprie origini e al proprio orgoglio di appartenenza.