I santi e le reliquie di Gaeta medievale

La recente istituzione di un Sancta Sanctorum nel Duomo di Gaeta (22 gennaio 2017) offre lo spunto per ricordare diversi Patroni, e le relative reliquie conservate dalla Chiesa gaetana.
I martiri cristiani, perseguitati in epoca romana, divennero, per eccellenza, i primi santi della Chiesa antica. Le tombe di questi "morti eccezionali" erano visitate soprattutto nel giorno del dies natalis, l’anniversario della morte, nascita alla vita nuova. L’interazione con il defunto, attraverso la deposizione di offerte, banchetti e preghiere, porta alle tombe venerate collettivamente: il clero sin dai primi secoli, gestirà questi riti per conto delle comunità ecclesiali, normandone il senso liturgico (ecco i calendari con i martiri locali, già nel sec. III). All’epoca la legislazione romana sanciva l’inviolabilità delle sepolture, ma si diffuse ben presto il fenomeno della venerazione diretta dei resti corporei dei santi: le reliquie, a cui venivano riconosciute virtù miracolose.
Il contatto fisico con le reliquie, o la loro venerazione, consentiva al fedele di condividerne la virtù santificante: come l’Eucarestia le reliquie potevano essere frammentate conservando, in ogni frammento, le proprie prerogative.
Le reliquie dei martiri trovano posto sotto gli altari delle chiese, o ancor prima, sono gli altari ad essere concepiti sulle tombe venerate (come il caso di Formia).
I corpi santi diventano simbolo di protezione e prestigio, per i singoli e per le comunità, da qui lo scambio di reliquie, spesso conservate in preziosi contenitori, i reliquiari.
Nel medioevo diviene obbligatoria la consacrazione di un altare eucaristico in coincidenza di un sepolcro venerato o tramite deposizione di reliquie.
Nel caso della Gaeta entro le mura, tale pratica è attestata già alla fine del sec. VI con un’epigrafe recentemente studiata da un'equipe dei Musei Vaticani (Umberto Utro – Alessandro Vella): un deposito di reliquie (San Giovanni Battista, SS. Cosma e Damiano, Santa Tecla, […]), per la consacrazione di un altare, probabilmente nella chiesa di San Giovanni Battista. Siamo nel momento in cui i bizantini trasferiscono dall’Oriente numerose reliquie. L’importante documento epigrafico dimostra, quindi, che il culto dei Santi Medici si diffonde in Gaeta ancor prima rispetto alle fonti documentarie già note relative ad una chiesa dedicata ai Santi anargiri nel Borgo.

La proliferazione del culto delle reliquie farà ricorrere le comunità cristiane all’espediente delle reliquie "non corporee" (soprattutto abiti) per quei casi dove era impossibile reperire i corpi. Addirittura si diffondo le "reliquie a contatto", frammenti di stoffa che avevano toccato i sepolcri, oppure strumenti di martirio come la cosiddetta croce di Cristo, la graticola di san Lorenzo, o le catene dei Santi Pietro e Paolo.
Nella cappella delle reliquie della cattedrale di Gaeta sono presenti tutta una serie di reliquiari, autenticati da documenti ufficiali (Archivio Capitolare) e sigillati con gli stemmi episcopali di alcuni vescovi: Gennaro Clemente Francone (1792-1797); Luigi Maria Parisio (1827-1854); Filippo Cammarota (1854-1876); Nicola Contieri (1876-1891); Francesco Niola (1891-1920); Fabio Bernardo D’Onorio (2007-2016); Luigi Vari (2016).
Nelle teche sono indicati, in latino con appositi cartigli, i riferimenti ad una serie di reliquie: la Santa Croce, su cui venne inchiodato il Cristo; la tavola del cenacolo; la Vergine Maria, il velo, la casa, il sepolcro (la roccia della Dormitio, oggi chiesa dell’Assunzione a Gerusalemme); S. Giuseppe sposo di Maria; S. Anna e Gioacchino genitori della Madonna; i martiri i cui corpi vennero sepolti nel Duomo, Erasmo e Marciano (vescovi e martiri, patroni della città e dell’Arcidiocesi), Casto, Secondino e Innocenzo (vescovi e martiri), Probo (vescovo di Formia, accolse e seppellì il martire Erasmo), Eupuria e Albina (vergini martirizzate); gli apostoli Pietro, Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni ev., Filippo, Giacomo il minore, Simone; i santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Stefano protomartire, Luca ev.; i re magi Gaspare, Baldassarre e Melchiorre; i santi Cosma e Damiano (in primo piano in diversi reliquiari); i santi e le sante di Dio, Adriano m., Agapito v., Agata v.m., Agatone, Agnello ab., Agnese, Agostino, Alessio, Alfonso Maria de’ Liguori, Amadio, Anastasia v.m., Anastasio, Angela Merici, Aniceto, Anselmo v., Antonino ab., Antonio, Antonio ab., Apollonia v.m., Aquilino m., Barbara v.m., Basilio, Beatrice m., Benedetto, Benedetto Giuseppe Labre, Benigno m., Bernardino da Siena, Bernardo v., Biagio v.m., Bona m., Bono m., Brigida v., Callisto m., Camillo de Lellis, Carlo Borromeo, Casimiro, Caterina da Alessandria, Caterina da Siena, Cecilia v.m., Celestino V p., Ciriaco m., Cirillo v., Ciro m., Clara m., Claudio m., Clemenziano m., Colomba m., Costanzo, Crescenzo m., Cristoforo m., Dionisio, Domenico, Domitilla v.m., Donato m., Dorotea v.m., Edoardo, Elena, Eleuterio v.m., Elisabetta, Emerenziana v., Ermenegildo, Ermete m., Eusebio c., Fabiano, Faustina m., Fausto m., Feliciano m., Felicissima, Filippo Neri, Filomena v.m., Francesca Romana, Francesco d’Assisi, Francesco di Paola, Francesco di Sales, Francesco Borgia, Francesco Caracciolo, Francesco Saverio, Gaetano, Gaudenzio, Geminiano v., Gennaro m., Giacinto, Giorgio m., Giovan Giuseppe della Croce, Giovanna Francesca de Chantal, Giovanni di Dio, Giovenale m., Giuda Taddeo, Giuliano v., Giuseppe da Copertino, Giuseppe di Lione, Gregorio p., Gregorio Armeno, Gregorio Nazianzeno, Guglielmo v., Josaphat v.m., Igino, Ignazio m., Irene v., Isidoro, Lazzaro, Leandro, Leonardo c., Leone, Lino p., Lorenzo, Lucia v.m., Lucio, Ludovico, Luigi Gonzaga, Mansueta m., Marcellino, Margherita Alacoque, Margherita da Cortona, Maria Egiziaca, Maria Francesca delle cinque piaghe, Marcellino, Marcello, Martina v.m., Martino p., Massimo m., Matilde, Monica, Nicola v., Nicola da Tolentino, Omobono, Onorato v., Osvaldo, Pantaleone, Paolino, Paolo della Croce, Pasquale Bylon, Patrizio v., Pietro di Alcantara, Pio V p., Placido, Prassede, Prisco v., Prospero m., Proto m., Prudenziana, Quarto m., Quattro Coronati mm., Quinto m., Raimondo Nonnato, Restituta m., Riccardo, Rocco, Rosa da Lima, Rosa da Viterbo, Rosalia, Rufino m., Sabino v., Scolastica v., Severino, Severo m., Simplicio, Sinforo m., Sossio diacono e m., Sotero p., Stanislao Kostka, Sulpicio v., Telesforo, Teodoro m., Teresa d'Avila, Timoteo v., Tito, Tiziano v., Tommaso d’Aquino, Veneranda m., Vincenzo m., Vincenzo Ferreri, Vito m.; i santi Sette Fondatori dell'Ordine dei Servi della Beata Vergine Maria - Alessio, Bartolomeo, Benedetto, Bonfilio, Gerardino, Giovanni e Ricovero; il beato Paolo Burali d’Arezzo.
Prendendo spunto dall’Officia Propria Sanctorum pro Archidioecesi Cajetana (1879), rinnoviamo in questa sede una serie di protettori che hanno affiancato la storia della Chiesa gaetana. Il 3 febbraio si festeggia il vescovo martire Biagio; il 5 aprile si ricorda S. Vincenzo Ferreri confessore, patrono minore della città e della diocesi; il 7 maggio è San Innocenzo, vescovo martire sepolto in cattedrale; il 17 maggio si ricordano le vergini martiri Eupuria e Albina i cui corpi sono nel duomo; il 26 maggio è San Filippo Neri, patrono del clero della diocesi di Gaeta; il 2 giugno si celebrano i vescovi e martiri Erasmo e Marciano; il 17 giugno viene ricordato San Montano martire, patrono secondario della città, il cui corpo venne sepolto in Gaeta, oggi in cattedrale; il 3 luglio si celebrano i Santi Casto e Secondino, vescovi martiri, sepolti in cattedrale; il 19 settembre si celebra la festa del co-patrono, vescovo martire San Gennaro; la figura di S. Probo è ricordata il 6 o il 14 ottobre; il 9 novembre si festeggia San Teodoro martire, il cui capo è venerato nella cattedrale; il 13 dicembre è particolarmente sentita la festa di S. Lucia vergine e martire.

Tutto passa, ma la gloria dei santi perdura in Cristo, che tutto rinnova, mentre lui rimane in eterno (S. Paolino da Nola, Carmina)

Gaeta, 03/04/2017

Lino Sorabella